Il Campo Neutro


Viviamo ordinariamente nella dualità; nella percezione del bene e del male. Il Sole è bello, la pioggia è brutta. Il piacere è positivo, il dolore è negativo. Questa è la distinzione comune e generalmente accettata dall'essere umano. Sembra tutto così ovvio che pare non ci sia necessità alcuna di modificare questo stato di cose; accettiamo tale realtà e non facciamo altro che mirare ardentemente al bene, al positivo.


Naturalmente, quello che accade nella nostra vita, è preponderante rispetto a quello che pianifichiamo debba accadere. Eventi esterni, situazioni, persone, deviano dalla serie delle nostre aspettative e ci creano problemi. Ecco che allora compare lo "sforzo", l'atto mentale e fisico finalizzato al raggiungimento dell'obiettivo desiderato. Dopotutto siamo nella pienezza della vita: nulla può fermarci.

Eppure, il tempo e l'esperienza, ci ferma. Ci mette di fronte alla Vera Realtà della vita; che è quella dominata dall'imponderabile, da quella misteriosa forza che continuamente ci stupisce per le sue bizzarrie, per i suoi sporchi trucchetti. "Oh, se solo fosse andata come doveva andare ...", questo diciamo a noi stessi e agli altri. Eppure và come vuole.

In fondo, chi siamo noi per sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato ? Affermare di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato è soltanto una convenzione. Abbiamo "convenuto" con noi stessi che qualcosa è bene e qualcos'altro è male. Anche il dolore, pur se il corpo stesso sembra volerlo rifiutare, in fondo è qualcosa che per convenzione abbiamo stabilito sia negativo, da rigettare. Eppure, a pensarci bene, ne abbiamo tanto a disposizione. Già, pare che la cosa che meno desideriamo, sia in realtà presente in abbondanza.

Tanto che, arriviamo ad affermare: "il mondo è sofferenza". Così facendo stiamo ancora scegliendo per convenzione di definire negativamente ciò che percepiamo. Siamo da punto a capo.

La strada deve essere un'altra. Perchè così non ne usciamo, rimaniamo intrappolati nell'alternanza perenne di male e bene. L'antica tradizione indiana definisce questa visione del mondo, questo velo che offusca la visione della realtà: "Maya". Essa è l'illusione, è ciò che rende credibile quello che in verità è solo un sogno. Maya è credere che esista il bianco e il nero, il bello e il brutto, il positivo e il negativo; salvo poi accorgersi che non esiste distinzione, che tutto è parte dell'Uno Infinito.

La pratica dello Yoga, la meditazione, aiuta a vedere più chiaramente. Con il tempo e la pratica costante, ci libera dalla nebbia che continua a illuderci con il principio duale. Scopriamo pian piano che la distinzione non esiste: ciò che è male, forse è male; ciò che è bene, forse è bene. Forse, quello che comunemente definiamo come male, non esiste. Esiste solo il Bene. Il Bene come Uno Infinito.

Di tutto ciò ne possiamo fare esperienza tutti i giorni. Occorre solo andare più a fondo, senza adottare per abitudine e pigrizia, il solito punto di vista. E' necessario entrare candidamente in un campo visuale di "neutralità". Dove ogni cosa è quello è, senza giudizio. Senza cioè apporre la nostra etichetta col segno "più" o col segno "meno".

Questo atteggiamento interiore, ma non solo, ci porta in maniera stupefacente a fare delle bellissime scoperte. Delle scoperte inaspettate ed avvincenti. Possiamo magari accorgerci che nella stessa negatività è fortemente presente la positività, e viceversa. E non si tratta di sforzarsi ma solo di restare neutrali di fronte a ciò accade. Restare nello stato di ricettività assoluta.

Ricettività non vuol dire passività. Vuol dire apertura, vuol dire saper aspettare. E poi, tanto per cominciare, approfondiamo il concetto di "passività": è un bene o un male ?

Buon divertimento,
Onkar Singh Roberto
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1 commento:

  1. Grazie di Cuore per divulgare degli articoli così importanti!

    * Shukria *

    Urban Yogini

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