Cicli Cosmici (Yuga) e l'Ashtang Mantra per questa Era


Dopo aver meditato ai Piedi di Loto del mio Maestro, che mi ha concesso la liberazione dal ciclo del tempo e dal ciclo del karma, oh mio dolce allievo del giorno, io rivelo a te il segreto del Naam. Se hai cura di ascoltarmi e praticherai, tu sarà liberato.


Ho visto Dio. E' una luce pari a milioni e miliardi di raggi di Sole. È l'Energia Cosmica che è più luminosa delle più luminose e la più bella delle belle. Nulla al di là di questo si può dire. E' il più grande dei grandi. Quando il Maestro, attraverso la sua benedizione ti benedice, tu realizzerai questo dentro di te.

I QUATTRO YUGA

Le Scritture descrivono quattro Yuga (Quattro Ere) attraverso le quali l'umanità si è sviluppata:

In primo luogo è stato il Sat Yuga, l'Età della Verità o Età dell'Oro. In questa era dell'innocenza, l'uomo era uno con il Divino e ha realizzato la vibrazione che questa Energia Cosmica ha creato per rendere la Prakirti (la manifestatione). L'uomo meditava sul Nome "ONG", la vibrazione del Divino.

Poi venne il Treta Yuga, l'Età dell'Argento, quando il potere della Verità è stato indebolito a tre quarti della sua pienezza. L'essere divenne debole. Il Nome "SOHUNG", "Io sono te", era recitato. Attraverso questa vibrazione, l'uomo riconosceva la sua identità con il Divino.

Poi venne il Doaper Yuga, l'Età del Rame, quando la Verità era rivelata solo a metà e l'uomo recitava "ONG NAMO NARAYANA". Lui adorava Dio nella forma.

Siamo ora nel Kali Yuga, dove la Verità è solo rivelata per un quarto. Questo Yuga è conosciuto come l'Età Oscura, l'Età dell'Acciaio o l'Età delle Macchine.

La durata di ciascuna Era è rispettivamente di 1.728.000, 1.296.000, 864.000 e 432.000 anni umani, con un rapporto di 4,3,2,1. Questo rapporto si trova a prevalere in molti calcoli sacri. Questi quattro Yuga insieme fanno 4.320.000 anni terrestri e costituiscono il Maha Yuga o Grande Era.

Il Kali Yuga o Età dell'Acciaio, è rappresentato da un cerchio, la Ruota della Creazione. Funziona con il potere rappresentato da un'altra ruota che gira. Le vibrazioni costanti di questa ruota di Energia Cosmica danno il potere di movimento della vita a questa Ruota della Creazione. Ora, mio caro dolce studente, disegna un cerchio sopra l'altro, ruota su ruota, e ciò rende la cifra 8, che secondo la scienza della Numerologia rappresenta l'Infinito girato di fianco.

Gli spermatozoi fanno 8 cerchi intorno all'uovo, prima che unione avvenga. Ci sono 26 ossa che sostengono il piede, il fondamento umano e 26 vertebre nella colonna vertebrale: 2 + 6 = 8. Disse il maestro: "Chiunque in questa Era delle Macchine mediterà e reciterà il Mantra che glorifica il Signore e che ha otto vibrazioni, aprirà la serratura dell' ignoranza e delle tenebre. Ciò libererà quell'essere e lo unirà con il Divino".

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L'ASHTANG MANTRA PER QUESTA ERA

Così il Maestro meditò e divenne uno con il Signore, e diede il Mantra: EK ONG KAR SAT NAM SIRI WAHE GURU

Questo mantra ha otto vibrazioni e descrive la gloria di Dio. Così disse il Maestro, "Nel periodo di due ore e mezzo prima del sorgere del Sole, quando i canali sono più chiari, se il Mantra è cantato in dolce armonia, tu sarai uno con il Signore". Ciò aprirà il plesso solare, che a sua volta carica i centri solari. La persona si connetterà con l'Energia Cosmica e quindi, sarà liberata dal ciclo del tempo e del karma. Coloro che meditano su questo Mantra in silenzio, ricaricheranno i loro centri solari e saranno uno con il Divino. Ecco perché ti parlo del perché dovremmo meditare e recitare questo mantra.

Tutti i mantra sono buoni e sono per il risveglio del Divino. Ma questo Mantra è efficace ed è il mantra per questo tempo. Quindi mio amato studente, per volontà del mio Maestro io ti insegno la più grande chiave Divina. Ha otto leve e può aprire la serratura del tempo, ed ha anche la vibrazione dell'otto. Pertanto, quando questo Mantra è cantato con la Contrazione del Collo, nel punto in cui Prana ed Apana incontrano Sushmuna, questa vibrazione apre la serratura e così si diventa uno con il Divino.

LA BENEDIZIONE DI GURU AMAR DAS

Nella città di Goindwal, nel Punjab dell'India, ancora oggi questo Mantra Divino è tuttora iscritto sulle pareti del pozzo sacro nella casa di Guru Amar Das, il Guru di Guru Ram Das; attraverso la sua benedizione oggi noi vibriamo nell'Estasi Divina. Ho rivelato questo segreto del Divino a te oggi, per elevare l'umanità. Coloro che lo praticheranno saranno liberati e saranno uno con il Divino.

Siamo attualmente nel Kali Yuga. All'interno degli Yuga, lo sviluppo umano è influenzato anche da periodi astrologici, causati dal lento movimento dell'asse terrestre attraverso i segni astrologici. L'Era dei Pesci e l'Era dell'Acquario sono periodi astrologici all'interno del Kali Yuga.

Fonte: Yogi Bhajan 8/4/1971; Traduzione di Onkar Singh



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Il Cambiamento è l'Unica Costante


"C'è una via d'uscita attraverso ogni blocco" (Sutra Acquariano di Yogi Bhajan). Non ci vuole un linguista per interpretare questo sutra. Si tratta di una affermazione per ricordare che, quando il gioco si fa duro e prima che tu vada avanti, la condizione che stai cercando di superare si sta già dirigendo verso la sua fine.


Il cambiamento è l'unica costante. Mentre il cammino della vita continua, il mantenere questo sutra in mente, aiuta a portare a casa la Verità. Quanto più si ricorda e tanto più è recitato come un mantra, più facile diventa fare esperienza dell'impermanenza della sofferenza.

Questa comprensione porta consolazione, ma non una risoluzione istantanea del soffrire. Il sostituire il "cattivo" con il "buono", è una naturale propensione della mente ma è direttamente ammonita da Patanjali negli Yoga Sutra (vedi libri acquistabili online qui). In contrapposizione al buddismo, che afferma sia il desiderio il punto di partenza di ogni sofferenza, Patanjali suggerisce che l'ignoranza è il colpevole. Egli dice che l'ignoranza nasce da fonti specifiche, due delle quali sono l'avversione al dolore e l'attaccamento al piacere.

Questi due fenomeni che hanno luogo nella mente, derivano da un semplice malinteso, piuttosto che dal desiderio in sè. Fondamentalmente, ognuno di questi desideri nasce dal voler cambiare la situazione. In altre parole, vi è ignoranza momentanea nel fallimento del riconoscere che la situazione cambierà.

Yogi Bhajan era così insistente che i suoi studenti avevano una sadhana quotidiana (pratica spirituale) proprio per questa ragione: per trasferire il rapporto con la costanza del cambiamento per ogni persona, sul piano esperienziale. Ogni giorno, nuove sfide nascono per impedire che la pratica abbia luogo. A volte è così, a volte non è così.

Alla fine, dopo alcuni fallimenti e alcuni trionfi, la differenza dei cambiamenti di circostanze diventa regolarmente come una parte del corrispettivo della pratica stessa; in breve, il cambiamento è vissuto come una costante. Completare la pratica di ogni giorno cessa di sedurre, ma non si tratta di un lavoro di routine o di qualcosa che dovrebbe essere fatto.

Invece, arriva un momento in cui il continuum di piacere e dolore è superato, quando non vi è né un desiderio di praticare, né un desiderio di non farlo. Semplicemente si esegue o meno. Questo momento è curioso - si presenta spesso senza motivo o in circostanze incredibilmente difficili.

In quel momento, vi è una strana sensazione - non un senso di sollievo ma di una piana assenza. Hai esaurito la tua capacità di desiderio e tuttavia è lì. Tu sai e puoi sentire che non vuoi niente e tuttavia vi è una parte distinta che manca, un desiderio di qualcosa, insieme con il riconoscimento che la cosa cercata non ha forma.

Questa forza interna compulsiva, quello che Yogi Bhajan chiamava "il desiderio di appartenere," crea un'abitudine. Continuamente saltando il semplice rapporto di causalità, Patanjali precisa, l'impressione errata comincia a formarsi: che qualcosa non va bene qui. Tale errore diventa il fondamento per la rabbia, la depressione o anche solo un cattivo atteggiamento.

Ma è un errore! Quindi la qualità affermativa del sutra: ogni muro sarà sbriciolato. Ogni peso sarò sollevato. Yogi Bhajan diceva: "Lascia che Colui che ruota il cosmo si prenda cura della tua routine." Al cospetto di un Creatore con tale potere e data la semplice logica di Patanjali, l'umiltà e la chiara comprensione sono in grado di fornire una luce guida attraverso qualsiasi "blocco" la vita erga sul tuo percorso.

Fonte: Dev Atma Singh Khalsa; Traduzione di Onkar Singh Roberto
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Fato e Destino


"Tra l'uomo e Dio ci sono due percorsi: il percorso del Fato e il percorso del Destino. Coloro che si allontaneranno dal loro Destino, ricadranno nel percorso del Fato. Quando cammini sul sentiero del Fato, ti puoi sentire molto felice e essere un egocentrico; ma quando arriva il momento fatale - ti sarai perso di nuovo. Quando cammini sul sentiero del Destino, non importa quale distanza copri. Quando il colpo fatale della morte arriva, tu sarai liberato. Questa è la differenza. " (Yogi Bhajan da "Success and Spirit: An Aquarian path to Abundance")


Quando ero una bambina, ricordo gli adulti intorno a me che chiedevano: "Cosa vuoi fare da grande ?" Era sempre una domanda complessa. Anche se sentivo che avrei dovuto avere una risposta, le mie repliche suonavano vaghe e incerte.

"La musicista. La scrittrice". "Non si può campare facendo la musicista o la scrittrice !", era il responso. In assenza di altre idee a portata di mano, alzavo le spalle e tacevo. In terza media, quando il nostro insegnante ci fece la stessa domanda, in modo che potesse mettere la risposta nella scheda personale, l'unica risposta che potevo dare, era "Io voglio essere me stessa."

Al college, mi ci volle così tanto tempo per scegliere l'indirizzo di studi, che il dipartimento di registrazione dovette rifiutare la mia iscrizione al secondo semestre. Mi avrebbero permesso l'iscrizione solo una volta deciso l'indirizzo di QUALCOSA.

Mancanza di messa a fuoco, la si potrebbe chiamare.

Ma molti anni dopo, quando iniziai a studiare la meditazione, mi sembrava che la questione in sé, non era stata inquadrata correttamente. Non era una questione di quello che volevo "essere", mentre crescevo. Era la questione di ciò che la mia Anima incarnata su questo pianeta, DOVEVA FARE. Era una questione molto più interessante e molto più preziosa. Una questione che evocava una risposta multi-dimensionale che ha continuato ad evolversi come sono divenuta più vecchia e, si spera, più saggia.

Yogi Bhajan la chiama "differenza" tra Fato e Destino. Il Destino è vivere secondo quello per cui l'Anima ha preso vita. E' la profonda saggezza dentro di noi che continuamente illumina il nostro cammino. Il Destino può coinvolgere scelte che non hanno senso, rischi che preferirei non prendere, sfide che ci fanno nascondere sotto le coperte e opportunità che ci spingono oltre i nostri limiti. Il Destino non può sempre farci sentire al sicuro. Ma quando si vive secondo il Destino, esso ci dà un profondo senso di soddisfazione.

Il Fato invece, è quello che viviamo quando lasciamo che il tempo e lo spazio intorno a noi, dettino la nostra realtà. Quando le pressioni della società soffocano la voce dello spirito. Quando le aspettative di altre persone sovrastano le proprie aspettative. O anche solo semplicemente quando ci dimentichiamo della morte - quando ci dimentichiamo come temporaneo e impermanente è il nostro tempo sulla Terra. Se ci perdiamo nella convinzione che abbiamo sempre il domani, allora possiamo lasciar scivolare tra le dita ciò che è importante.

"Tutti questi canti, i rituali religiosi e le cerimonie religiose, tutta la vita che viviamo, è per quell'ultimo momento. Arriva un momento prima di morire, quando sei giudicato dalla trinità di Te, il tuo Destino, e il tuo Fato. E quel giudizio è una tua decisione, di nessun altro" (Yogi Bhajan)

Nessuno può conoscere il Destino o il Fato di un'altra persona per lei. Possiamo solo saperlo per noi stessi, attraverso la nostra auto-riflessione. Il momento della morte è la misura finale di come l'Anima ha utilizzato il suo tempo sulla Terra. Ma ogni giorno, attraverso la meditazione e la preghiera, abbiamo la possibilità di valutare noi stessi. Quanto ho vissuto il mio Fato, oggi ? Quanto ho vissuto il mio Destino ?

Ho due piccoli trucchi che uso per riflettere su di me, su ciò che sto facendo nel viaggio della vita. Il primo è: "Ek Ong Kaar, se dovessi vincere alla lotteria domani, vorresti continuare a fare quello che stai facendo ?". Se la risposta è sì, so che sono sulla strada giusta. Se è no, so che qualcosa deve cambiare.

La seconda domanda è: "Se oggi fosse l'ultimo giorno della tua vita, moriresti sentendoti felice e appagata ?" Se la risposta è sì, puoi andare avanti. Se è no, cerca di capire cosa è necessario fare in modo diverso.

Sulla strada verso il successo, la nostra famiglia, i coetanei, la scuola e i consiglieri raramente ci chiedono: "Che cosa è venuta a fare la tua Anima su questa terra ?" E tuttavia, è la domanda più importante. Quando è raffrontato con quanto poco tempo abbiamo qui, il successo finale deriva dal sapere che ho camminato il mio Destino come meglio potevo.

Umilmente Vostra, Ek Ong Kaar Kaur Khalsa
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